Il Progetto di ricerca finanziato nel 2021 come procede e quali prospettive: incontro con la Dr.ssa Brunella Costanza
Cordovado, 15 gennaio 2021
Studiare il ruolo del metabolismo cellulare nella resistenza ai farmaci contro LSD1 nel glioblastoma è lo scopo del progetto di ricerca, finanziato dalla nostra Associazione, di Brunella Costanza. Per fare un punto su come procede il lavoro e quali sono le prospettive, a fine 2021 abbiamo organizzato un appuntamento on line con la Ricercatrice, che ci ha rilasciato un’interessante e formativa intervista.
Brunella, ci puoi ricordare, in breve, in cosa consiste il tuo progetto di ricerca sul glioblastoma?
Il mio progetto di ricerca è focalizzato sulla comprensione dei meccanismi che determinano la sensibilità o la refrattarietà a terapia farmacologica diretta contro LSD1. Questa proteina è un ottimo bersaglio farmacologico e a tal proposito nel nostro istituto è stato sintetizzato un composto in grado di bloccarne l’attività. Abbiamo recentemente pubblicato uno studio che dimostra come bersagliare LSD1, a livello genetico e farmacologico, in cellule derivate da pazienti affetti da glioblastoma, abbia un effetto anti-tumorigenico. I risultati ottenuti con modelli in vitro e in vivo sono concordi nel dimostrare una riduzione della crescita tumorale a seguito del trattamento con l’inibitore di LSD1.
Un risultato preliminare che sembra promettente.
Questo effetto, tuttavia, non si è presentato in una coorte cellulare che abbiamo quindi definito come “resistente”. Le nostre ricerche ci portano a pensare che le cellule derivate da pazienti resistenti all’inibitore di LSD1, siano dotate di una più spiccata plasticità e flessibilità metabolica che permette la loro sopravvivenza in “ambienti ostili”. Abbiamo individuato, così, due proteine potenzialmente coinvolte in questi meccanismi. Il nostro obiettivo attuale è capire se bersagliando tali proteine possiamo rendere nuovamente “sensibili” queste cellule resistenti all’inibitore di LSD1, così da poter proporre una nuova e importante strategia terapeutica per il glioblastoma.
Come sta andando il tuo progetto rispetto allo scorso anno? Ci sono stati problemi rispetto alla pandemia?
La pandemia ha un po’ rallentato le tempistiche sperimentali. Abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo una tendenziale riallocazione delle risorse (reagenti, plastica da laboratorio) verso strutture ospedaliere e laboratori dedicati allo screening /ricerca COVID19. Ci sono spesso ritardi nelle consegne dei materiali per cui occorre una più meticolosa organizzazione e pianificazione del lavoro. Tutto sommato posso dire che il progetto procede bene rispetto agli obiettivi che ci eravamo proposti.
Quali avanzamenti siete riusciti a compiere, e cosa eventualmente manca?
Siamo riusciti a comprendere e definire meglio le caratteristiche che discriminano le cellule responsive all’inibitore di LSD1 da quelle refrattarie al trattamento. Abbiamo anche identificato delle proteine che potrebbero guidare i meccanismi di resistenza. Manca provare in maniera definitiva che il targeting (bersagliamento, N.d.R.) combinato di LSD1 e le proteine da noi identificate possa essere risolutivo rispetto alla progressione della malattia.
Quali possono essere le prospettive future della tua linea di ricerca?
La prospettiva futura sicuramente più importante da pianificare è l’avvio di uno studio clinico che coinvolga l’inibitore di LSD1, sintetizzato in istituto, per pazienti affetti da glioblastoma. La ricerca clinica, la pianificazione e l’esecuzione dei trials clinici è sicuramente un ambito che non ho mai esplorato ma di potenziale interesse.
La ricerca scientifica è la strada che abbiamo scelto per ricordare Rossana, per dare un senso alla sua partenza e trovare una terapia contro i tumori cerebrali. I lavori dei ricercatori sostenuti dalla nostra Associazione testimoniano che è la strada giusta e ci rafforzano nella speranza di poter un giorno festeggiare il raggiungimento di un risultato importante.