Il dono di Rossana per le Donne

25/02/2024
Il dono di Rossana per le Donne

di Sabina Fadel 

Mestre, 24 febbraio 2024  

Quando le note di Donna, la magnifica canzone di Mia Martini, si sono levate nella sala del teatro Kolbe gremita di persone, l’emozione è stata immediatamente palpabile. A cantarla la splendida voce di Silvia Smaniotto, cantante, docente di canto e autrice dello spettacolo Quello che le donne dicono. Musica e poesie per l’empowerment femminile, magistralmente accompagnata alle tastiere dal maestro Daniele Labelli.   

L’evento, organizzato dall’associazione Il dono di Rossana che si occupa di lottare contro i tumori cerebrali, ma anche di sviluppare l’empowerment femminile, proprio nel nome di Rossana e da Le vicine di casa - realtà associativa di Mestre che fa della sorellanza e della solidarietà femminile il suo punto di forza - ha richiamato un pubblico numeroso, con il duplice scopo di dare voce alle donne e di raccogliere fondi per la ricerca scientifica.  

Musica e parole si sono alternate sul palcoscenico per un’ora e mezza, cercando di dare voce a quel femminile ferito che ancora oggi fatica a trovare spazio di cittadinanza nella nostra società. L’intelligente performance di Silvia Smaniotto ha portato sulla scena il dolore delle donne violate, tradite, giudicate, uccise, attraverso canzoni, testi e poesie, con nessun altro scopo se non quello di “dirlo”. Finalmente. Trovare parole e spazi per dire il dolore, la vergogna, per combattere il silenzio. Per trasformare il dolore e l’ingiustizia in un atto di giustizia. Un compito arduo, in cui solo l’arte, con la sua capacità di dare un volto ai pensieri più nascosti, può cimentarsi. Poi, però, è stata la stessa Silvia Smaniotto a ricordarlo al termine della sua performance, è il momento della presa di coscienza civile. L’arte può dare voce, può scuotere dall’indifferenza, ma solo una onesta presa di coscienza delle donne e degli uomini può davvero cambiare le cose. Trovando “le parole per dirlo” (come recitava il titolo di un bellissimo libro di Maria Cardinal) anche nello spazio del vivere civile, dove le parole diventano azione costruttiva. Perché non si debbano più piangere altre donne ridotte al silenzio per sempre.